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ACQUA E ARMONIA DEI SENSI IN GRAVIDANZA

 

La diade in comunicazione

L’acqua è elemento che culla.

Nel grembo materno il bambino è immerso nel liquido amniotico, che svolge diverse funzioni, di cui la più importante è la protezione; ciò è reso possibile grazie alla ridotta forza di gravità, che in acqua è di circa 7 volte minore rispetto alla terra. Inoltre il liquido amniotico é canale di emozioni, sapori e contatto per il feto che comunica trasversalmente con la mamma e l’ambiente famigliare. La madre, una volta in acqua, attraverso il proprio movimento e benessere comunica con il feto e ha la capacità di sviluppare i propri cinque sensi nella piena completezza e consapevolezza.

L’elemento acqua é considerabile strumento idoneo per l’acquisizione di nuovi gesti, recuperare parte di movimenti o azioni già note, percezioni con i cinque sensi umani, ma dimenticate e di potenziare capacità residue al fine di permettere alla persona di raggiungere l’autonomia. La donna ha la possibilità di apprendere il proprio sentire.

In conclusione è possibile sostenere che l’acqua sia il mezzo attraverso cui ogni persona possa scoprire le proprie caratteristiche e capacitá individuali e trasformarle in punti di forza su cui poter costruire il proprio percorso di vita. L’acqua è elemento semplice e familiare che coinvolge contemporaneamente rilassamento e coinvolgimento energico, nell’intimità e nella dinamica, nella percezione di sé fino al raggiungimento dell’armonia dei sensi.

 

I cinque sensi nel grembo materno

Il primo senso che sviluppa il feto e che gli appartiene maggiormente è il tatto: il tatto é il contatto con se stesso in primis, e con il mondo circostante successivamente. Il feto percepisce il calore e l’umiditá dell’ambiente intrauterino, il cordone ombelicale, la placenta e le pareti muscolari uterine in cui é avvolto, oltre che il liquido amniotico in cui è immerso. Il feto é sempre in contatto con qualcosa nel suo mondo acquatico, motivo per cui nel mondo extrauterino richiede spesso contatto, carezze e massaggi che svolgono un ruolo importante nell’ adattamento del neonato perché mantengono l’armonia sensoriale che si era sviluppato nel mondo intrauterino.

Il secondo senso più sviluppato del feto é l’udito: il feto riconosce le voci, i suoni, i rumori materni e il respiro materno con cui convive, la musica che la famiglia é solita ascoltare, i rumori accidentali. I suoni rientrano nell’abitudine del feto da quando inizia a sentire, e ancor di più lo rientrano se abitudinari come la voce del papà, degli animali domestici e la musica che, inoltre, in quanto suoni abituali tranquillizzano il feto e tranquillizzeranno anche il neonato nel mondo extrauterino. Crescendo nel liquido amniotico e nel grembo materno, il feto percepisce la voce materna dall’interno, e perciò diversa da come sarà nella realtá, motivo per cui nella fase di transizione e adattamento extrauterino non la riconoscerá subito, ma divenendo voce abituale, la armonizzerà nella sua quotidianitá con le sue conoscenze apprese nel mondo uterino.

Il terzo é il gusto, il cui ruolo fondamentale é svolto dal liquido amniotico: il liquido amniotico è un fluido biologico che prende il sapore dall’alimentazione materna, cosí come fará il latte materno che, per agevolare la sopravvivenza del neonato nell’adattamento extrauterino, avrà quindi sapore simile al liquido amniotico. Abitudine del feto che porta a un fattore positivo nel riconoscere la pluralità dei sapori giá nel grembo materno.

Il quarto senso è l’olfatto grazie al quale il feto percepisce i diversi odori: il liquido amniotico e liquido seminale, se i genitori hanno avuto rapporti in gravidanza, vengono riconosciuti dal feto giá nel grembo materno, e dopo la nascita ciò porterá al riconoscimento della mamma e del papá, dell’odore del latte e della pelle materna grazie all’olfatto e agli odori abitudinari appresi in gravidanza.

Il senso meno sviluppato é invece la vista: il feto percepisce i cambi di luce, giornalieri e notturni, in utero, ma niente di più. Nella vita extrauterina sarà agevolato da colori contrastanti e la messa a fuoco a non meno di 30cm: requisiti naturali per l’allattamento.

Perciò il liquido amniotico é condizione prima ed essenziale per l’ esistere, lo svilupparsi, il percepire e il vivere del feto. Essendo questo liquido in continuo movimento, culla il nascituro e, come sopra spiegato, trasmette tutti i messaggi più soffusi dell’ animo materno oltre che permettere conoscenza e percezione al feto stesso, permettendogli di raggiungere una propria armonia dei sensi.

Si può inoltre dire che esiste un sesto senso del feto: consiste nelle emozioni e nel saperle percepire attraverso gli ormoni materni già nel grembo materno, abilità importante per entrare in contatto con la madre e instaurare un legame stabile.

Grazie alle sue capacità sensoriali e al mondo acquatico in cui si ritrova, il feto ha esperienze armonizzate di contatto verso l’esterno, l’interno e nella relazione.

 

La donna e l’acqua in gravidanza

L’acqua è l’elemento femminile per eccellenza: coccola, sostiene, massaggia, nutre, contiene e procrea; infatti la vita nasce nell’acqua.

Essa è elemento naturale che ci accompagna nel grembo materno e l’immersione in acqua della donna gravida non fa altro che condurla verso un piacevole ritorno ad uno stato di benessere sensoriale e di abbandono delle proprie difese. Tutto il contatto con l’acqua è adattamento creativo tra organismo e ambiente

L’acquaticità in gravidanza aiuta la donna a praticare un sano movimento, a vivere meglio i cambiamenti del proprio corpo, ad affrontare con intimità e tranquillitá le proprie paure e aspettative dovute alla gravidanza e tutto ciò che gli appartiene, a prepararsi con maggiore consapevolezza e coscienza al momento del travaglio e del parto: é un importante strumento di aiuto nel far percepire alla donna le modificazioni del proprio corpo indotte dalla gravidanza e le proprie percezioni dovute al cambiamento, nell’armonia dei sensi di questo particolare momento della vita che è la gravidanza. L’acqua scioglie tensioni, sostiene e permette l’abbandono e l’apertura, anche grazie alla produzione di endorfine e il rilassamento prodotto dall’acqua stessa.

I movimenti devono essere lenti e ampi rispetto l’inerzia e la mobilità in acqua. C’è sempre una fase iniziale di adattamento che porta piano piano al lasciarsi andare e a prendere fiducia con l’acqua, con se stesse e il proprio corpo, con le proprie capacità motorie e percettive dell’esterno e del proprio interno, della relazione unica con il feto. La dinamicità dell’acqua culla, abbraccia e muove il corpo e la mente della donna che non ha mai la possibilità di fermarsi dal punto di vista percettivo perché c’è sempre qualcosa di nuovo che l’acqua permette di sentire.

Il silenzio in acqua, se viene ricreato, permette la soddisfazione dei bisogni di ogni donna che riesce a prendere consapevolezza del proprio corpo e del proprio sentire, ponendo l’ attenzione sul proprio respiro e movimento.

Nell’acqua il flusso dell’informazione tattile e bidirezionale: vi è la sensazione di contatto, con se e con l’acqua, e di sostegno dell’acqua stessa. Il corpo inconsapevolmente si muoverà in acqua nella ricerca del contatto: non solo per la mobilitá e la libertá che la donna ricerca per il proprio benessere di salute, ma anche per creare quell’ambiente intimo tra se e il proprio bambino in grembo che solo l’acqua è in grado di ricreare nel favorire così lo scambio di amore e carezze senza che ci siano interferenze esterne.

L’acqua permette di percepire il proprio corpo nella sua totalità, di coglierne maggiormente le emozioni e di comprenderne le necessità: l’acqua è elemento di conoscenza e racchiude la possibilità di sperimentare tutte le percezioni sensoriali della persona, oltre che l’avvicinamento con il proprio bambino dato che si percepiscono suoni ovattati, luci confuse, odori e gusti, contatto con se, il bambino e il mondo esterno unicamente attraverso il tatto, come avviene nel feto in tutta la sua vita intrauterina. Vi é allora un immedesimarsi della donna in acqua con il proprio bambino e con ciò che percepisce.

L’intimità é dovuta al rilassamento che induce l’acqua: ciò favorisce l’ascolto del proprio corpo e la comunicazione con il bambino; e grazie all’instaurarsi di una precoce relazione mamma-bambino, fondamentale nel periodo prenatale, l’acqua aiuta le due figure a conoscersi, ad amarsi e a rispettare i tempi di entrambi.

L’esperienza che la gestante compie in acqua è ricca di scoperte tattili e fisiche, la donna sperimenta ed apprende il concetto di tridimensionalità, provando ad immergersi, riemergere e galleggiare, la donna inoltre riscopre il proprio corpo, le proprie abilità e capacità motorie oltre che sensoriali e di relazione con il feto.

L’acqua favorisce i rapporti interpersonali, privilegia le relazioni affettive, sollecita esperienze sensoriali e corporee; il percorso di adattamento all’ambiente acquatico si rivela un’esperienza di tipo globale, infatti tutte le sfere della personalità, psicologica, sensoriale, motoria, cognitiva e sociale, vengono coinvolte in tale processo permettendo un’importante armonizzazione dei sensi della donna che entra così più facilmente in relazione con se stessa e il bambino.

 

Conclusione

Il bambino è un essere profondamente relazionale, in grado di comunicare e di dare e ricevere amore giá nel grembo materno. Durante la gestazione il feto è continuamente stimolato da flussi esperenziali che danno consistenza al suo io in modo armonico: le stimolazioni, le emozioni, il rapporto col mondo intrauterino e con il mondo esterno sono forze fondamentali. L’acqua quindi deve essere utilizzata come ponte che unisce l’universo mamma con l’universo bambino, poiché tali esperienze aiuteranno la creazione del rapporto unico che si instaurerà tra i due.

Per la mamma l’elemento dell’acqua in gravidanza permette il riconoscimento e la presa di coscienza del miracolo della gravidanza stessa e che un qualcuno cresce dentro di se; attraverso l’acqua si può sentire, instaurare, crescere e mantenere quel particolare dialogo tonico, poichè composto anche da movimenti, con il feto in grembo che, in modo ugualitario, percepisce il mondo con i cinque sensi attraverso, principalmente, il liquido amniotico e il corpo e l’anima materna.

In Conclusione l’acqua deve essere vista come elemento amico e creatore di legami, fortificatore di se e delle proprie capacità e percezioni, potente strumento di aiuto che può dare beneficio e sollievo se usato correttamente: elemento basilare per una buona interazione e armonia. L’acqua è preziosa sia per il bambino che per la madre, in particolare per ripristinare l’equilibrio generale oggi spesso compromesso dai ritmi della quotidianità e per riscoprire in piena consapevolezza le proprie capacità e abilitá percettive, portando all’armonia dei sensi e, in questo caso, della relazione della diade madre-bambino.

 

“ … lasciami ascoltare , lasciami sentire ciò che il suono dell’ Acqua dice al cuore … ”

J.W.GOETHE

 

Ostetrica Michela Gualandris

 

Bibliografia

  • Eric Franklin, Visualizzazione e movimento, 1998, RED edizioni
  • Erik Sidenbladh, Nascere nell’acqua. Uno straordinario approccio all’acquaticitá. 2005, RED edizioni
  • Paola Greco, Renato Palma, Preparazione acquatica al parto. Un programma di esperienze in acqua, 1997
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